Post

Visualizzazione dei post da ottobre, 2018
LEGGO E CON SORPRESA APPRENDO DI QUESTA INTRESSANTE TESTIMONIANZA DELLA NOSTRA CASALVECCHIO. NON NE HO MAI SAPUTO ALCUNCHE'. CHI SA CI RIGGAGLI MAGARI CON DOCUMENTI FOTOGRAFICI. Come anticipato ci sono i tentativi di indagare anche come la struttura degli addetti al controllo e la gestione di tutte le attività estrattive. Si è infatti provato che su quindici siti che restituiscono esemplari di tegulae sulphuris , che è il caso su cui si fonda questa indagine, in dodici è docu ... mentata la presenza di strutture abitative di un certo pregio: un Favara scavi e ricognizioni hanno permesso di ubicare una grande villa rustica con presenza di mosaici, strutture idriche ben organizzate, impianto termale. Un commento sull'esistenza, lungo il tracciato del moderno diverticolo che conduce dalla SS 189 al centro urbano, in c.da Puzzu Rosi, di un pavimento in opus spicatum mentre i reperti raccolti nel corso di successivi sondaggio lasciano pensare un sacco bendi materiale di pregi
Immagine
PANTANEDDRI (Racalmuto) Vedete quel Tumulo sulla parte bassa a destra della foto? E' doppiamente interessante: un inizio di tomba che credo a tholos sulla fiancata, un 'palmento' sull'apice. La tomba a tholos iniziata e non conclusa attorno alla fine del secondo millennio a. C. (secondo mie congetture) va studiata anche con scavi stratiorafici per l'importanza storica che riveste circa gli insediamenti sicani nella nostra Racalmuto. Il Palmento databile attorno al XVI secolo dopo Cristo testimonia che prima della devastazione dovuta allo sfruttamento solfifero del XIX secolo lì nelle desolate terre dette Pantaneddri erano ubertosi la i vigneti. Tutto abbandonato anche se costerebbe ben poco municipalizzare quella landa ora abbandonata e farvi ricerche archeologiche di interesse ben oltre la microstoria che tanto mi appassiona. Mi piace Mi piace Love Ahah Wow Sigh Grrr
Immagine
Quel che rinvenne (non scoprì caro prof. Carbone) mio fratello l'ing. Angelo Taverna è questo libricino che porta il n. 31 come foglio finale. E' un esemplare unico di stretta proprietà di mia cognata che non desidera farne diffusione alcuna- Quando assessore alla cultura, Totò Picone ebbe tra le mani le fotocopie che avevo date a padre Mattina. Si tratta delle Coroncine in numero di 23, da pag. 25 a pag. 31, e ne feve una bella pubblicazione La foto della copertina che qui masterizziamo è pressoché illeggibile. Ne facciamo la trascrizione a dimostrazione dell'autenticità della fonte. ***************** SAGRA NOVELLA E CORONELLA DELLE SETTE ALLEGREZZE IN ONORE DELLA NOSTRA SIGNORA M A R I A V E R G I N E S O T T O Il prodigiosissimo titolo del Monte, Avvocata e Protettrice dell'Alma Fedelissima di Racalmuto C O M P O S T E DAL P. F. EMMANUELLO MARIA C A T A L A N O T T O Agostiniano della Congregazione di Sicilia, e dedicate all
Immagine
Racalmuto e la mafia L’eloquio di don Mariano Arena, la sua pentacoli umana – rimasta proverbiale – i contorni persino folclorici delimitano un marchio di origine: Racalmuto, la mafia quale a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 nel paese si raffigurava o la si arzigogolava. Il Giorno della Civetta esordisce, icasticamente, con un brumoso paesaggio racalmutese:  «La piazza era silenziosa nel grigiore dell’alba, sfilacce di nebbia ai campanili della Matrice», è codesta descrizione familiare del paese natio, uno squarcio d’autunno quale dalla finestra appannata dello zio acquisito Sciascia chissà quante volte vide. Tra lo spiazzo della Matrice e lu Chianucastieddu, appunto. E nel romanzo echeggiano i luoghi comuni del Circolo Unione: «Noi due siciliani, alla mafia non ci crediamo  [voi]… non siete siciliano e i pregiudizi sono duri a morire. Col tempo vi convincerete che è tutta una montatura. » Mafia uguale pregiudizio, mafia uguale montatura. Si può anche indulgere alla macc