Post

Visualizzazione dei post da febbraio, 2018
Credo che siamo a meno cinque. Quindi il 4 marzo, quindi il 5 marzo e finalmente questa fiacca stanca incoerente meschinella incolta competizione elettorale si chiude. Se punto in più punto in meno si verificheranno i risultati che i sondaggi finché pubblici hanno preannunciato, i giochi direi sono già belli e fatti: nessuno con più del 40% e di conseguenza scatterebbe la parte migliore - per me - del Rosatellum, la mirabile legge novellamente democratica. Come dire, ne ssun culto della personalità, nessuno che possa gridare: qui comando io: nessuna barriera invalicabile tra agglomerati di opposte ideologie o di contrapposto moralismo. Quell'acuto demone politico a nome Massimo D'Alema, lo ha già preannunciato: avremo il governo del Presidente. Che significa? che l'area 'moderata' o 'centrista' che dir si voglia, insomma in medio stat virtus, si consorzierà apparendo divisa e inconciliabile e governerà - a mio avviso bene - per i prossimi cinque an
Non parlo di lauree di cui non me ne frega niente. Sciascia non era laureato e voglio vedere se non era in grado di fare il ministro della Pubblica Istruzione. Il mio D'Alema non è laureato e spero che con LeU torni autorevolmente nel Consiglio dei Ministri, in cui la coltissima Italia non può ammettere un tal Di Maio, non perché non è laureato, ma perché è incolto. Questa sparata anticostituzionale di voler fare lui prima del 4 marzo la lista dei ministri la dice lunga sulla sua 'ìmbecillità' nel senso di chi non possiede neppure un minimo di conoscenze di diritto pubblico. Ignora sapendo di ignorare ma la spara grossa credendo di ammaliare i babbei come lui. La lista dei ministri la può fare solo il presidente designato dal Capo dello Stato. Ciò è imposto dalla costituzione che molto recentemente noi cittadini italiani abbiamo voluto integra e permanente al 60% dei votanti. Spararle grosse a che serve? A convincere me che non sono di 5Stelle a lottare 5Stelle nel m
Immagine
Bravissimo Totò nella veste di valido assessore alla cultura di Racalmuto. Da parte mia i più vivi ringraziamenti per il suo prezioso apporto culturale e civile in questa Racalmuto ricca di memorie e di genialità scrittoria, fervida in una Sicilia spesso in quiescenza civica. Mi piace Vedi altre reazioni Commenta Condividi Commenti Lillo Taverna Gestire Mi piace  ·  Rispondi  ·  1 min Lillo Taverna
Credo che giammai potrò darti il nome del nonno di don Gasparino Matrona. Forse si chiamava Gaspare, un nome plebeo. Ma ho tutta l'impressione che non fosse racalmutese e quindi non potrei rintracciarlo in alcun modo. E' il figlio Pietro che s'insedia a Racalmuto. E da Pietro quella caterva di figli che sciorino nei miei sgangherati appunti sull'Ottocento racalmutese.
Certamente un paese dove non esisteva la leva e che ha dovuto sobbarcarsi alla medesima, deve essere assai malcontento; quindi i cinque o sei mila refrattari di cui è forza deplorar l’esistenza. In Sicilia non v’era carta da bollo, ora non vi è solo questo, sìbene il registro ed il bollo, che han rovinato tutte le classi le quali viveano del foro. [...] Debbo dirvi ora una parola intorno alle carceri di Palermo ... Signori, in quelle carceri ho scorto cose degne del medio evo, cioè 1400 detenuti, di cui pochissimi condannati, i più tenuti a disposizione della questura, e non interrogati da tre, da sei, da diciotto mesi! Alcuni tenuti in celle nelle quali passeggiano come fiere in gabbia, e senza lavoro! Altri, tenuti in vastissimi cameroni in numero di 100 o 150, senza un misero pagliariccio; dormono avvolti in mantelli, e lascio immaginare a loro, signori, che cosa debba avvenire la notte in quei cameroni.»   La risposta del ministro Peruzzi è scontata: burocratica, evasiva, leg