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Visualizzazione dei post da aprile, 2018
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Era una fontana così. L'han demolita, buggerandosi di un referendum popolare che voleva restasse; forse domani sarà un cimiteriale posto così. Certo occorrono mi dicono oltre duecentosessantamila euro e non ci sono. Avremo una piazzetta senza nulla, vulnerata, recintata, col filo spinata. A ricordare forse le trincee del '15-'18. In cotesta futuribile cimiteriale piazzola nessuno andrà a sedersi, d'inverno perché a tramontana ed algida ed umida. Ne so qualcosa bazzicandola da oltre 80 anni. Che possono saperne quegli architetti dell'estranea ed inimica Grotte?D'estate per gli eccessivi calori pomeridiani. E Racalmuto invecchia per non temere i rigori opposti delle contrapposte stagioni. Inoltre le donne non passeranno più da quella un tempo pudica piazzetta. Troppi torbidi occhi di satiri senili come noi vecchi racalmutesi sappiamo e potremmo anche narrare ad onta di Colpi di Spillo. Calogero Taverna
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Eugenio Napoleone Messana nel suo denso trattato sull'Ottocento Racalmutese, a pag. 192 narra: "I rapporti fra il sindaco Pietro Martorana (credo che volesse dire Matrona) ed il clero racalmutese non dovevano essere buoni, tanto è vero che nel 1835, finito il triennio, venne eletto sindaco don Gaetano Grillo Alessi i cappellani della Matrice non erano stati pagati da tempo. Il sac. Calogero Cavallaro sporse ricorso all'Intendente di Agrigento". Aggiunge nella pagina successiva: "Il decurionato ai tempi del sindaco Grillo Alessi , cioè dal 1835 al 1838, era composto di sedici unità scelte per censo o per titoli di cultura, laurea o professione civile, sacerdoti. Pertanto i decurioni racalmutesi erano: Gaetano Grillo Alessi, Gaetano Gambuto, Giuseppe Tulumello, Baldassare Curto, Giuseppe Farrauto, Antonio Grillo Borghese, Luigi Tulumello, Gaetano Alfano, Casimiro Baeri, Pasquale Amanthia, Giuseppe Cacciatore, Ignazio Agrò, Giovanni Nalbone, Gius
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Eugenio Napoleone Messana nel suo denso trattato sull'Ottocento Racalmutese, a pag. 192 narra: "I rapporti fra il sindaco Pietro Martorana (credo che volesse dire Matrona) ed il clero racalmutese non dovevano essere buoni, tanto è vero che nel 1835, finito il triennio, venne eletto sindaco don Gaetano Grillo Alessi i cappellani della Matrice non erano stati pagati da tempo. Il sac. Calogero Cavallaro sporse ricorso all'Intendente di Agrigento". Aggiunge nella pagina successiva: "Il decurionato ai tempi del sindaco Grillo Alessi , cioè dal 1835 al 1838, era composto di sedici unità scelte per censo o per titoli di cultura, laurea o professione civile, sacerdoti. Pertanto i decurioni racalmutesi erano: Gaetano Grillo Alessi, Gaetano Gambuto, Giuseppe Tulumello, Baldassare Curto, Giuseppe Farrauto, Antonio Grillo Borghese, Luigi Tulumello, Gaetano Alfano, Casimiro Baeri, Pasquale Amanthia, Giuseppe Cacciatore, Ignazio Agrò, Giovanni Nalbone, Gius
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Eugenio Napoleone Messana nel suo denso trattato sull'Ottocento Racalmutese, a pag. 192 narra: "I rapporti fra il sindaco Pietro Martorana (credo che volesse dire Matrona) ed il clero racalmutese non dovevano essere buoni, tanto è vero che nel 1835, finito il triennio, venne eletto sindaco don Gaetano Grillo Alessi i cappellani della Matrice non erano stati pagati da tempo. Il sac. Calogero Cavallaro sporse ricorso all'Intendente di Agrigento". Aggiunge nella pagina successiva: "Il decurionato ai tempi del sindaco Grillo Alessi , cioè dal 1835 al 1838, era composto di sedici unità scelte per censo o per titoli di cultura, laurea o professione civile, sacerdoti. Pertanto i decurioni racalmutesi erano: Gaetano Grillo Alessi, Gaetano Gambuto, Giuseppe Tulumello, Baldassare Curto, Giuseppe Farrauto, Antonio Grillo Borghese, Luigi Tulumello, Gaetano Alfano, Casimiro Baeri, Pasquale Amanthia, Giuseppe Cacciatore, Ignazio Agrò, Giovanni Nalbone, Giusep
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Bankitalia, avviata un’indagine sulla nuova ondata di rettifiche –di  Luca Davi     24 aprile 2018 Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco (Ansa) Dopo la  Bce , anche Banca d’Italia interviene sulle banche italiane per capire l’impatto sui bilanci e sui coefficienti patrimoniali dell’introduzione del nuovo principio contabile Ifrs9. A quanto risulta al Sole 24Ore, con un documento inviato venerdì scorso alle banche italiane, Via Nazionale ha avviato una sua indagine specifica con cui chiede agli istituti di scattare di fatto due fotografie: la prima, relativa ai conti di fine 2017, dovrà fornire una spaccatura dettagliata dei prestiti, delle garanzie e delle relative garanzie (residenziali e non) secondo i principi contabili Ias39. La seconda istantanea si focalizza invece i conti di inizio 2018, momento in cui, complice l’entrata in vigore dell’Ifrs9, le banche hanno varato una massiccia dose di extra-accantonamenti sui crediti: in questo caso, Via Naz
Neppure io sono del PD; fui del LeU; volevo D'Alema e mi ritrovo con Grasso. Come base la mia non so più quale sia, dopo l'unico paradigma della classe operaia e contadina che era il PCI. M5S non è un partito ma un Movimento. E quella base conta meno del due di coppe quando la briscola è a spade. Sono condannato all'ottimismo, quindi reputo che soltanto un 'contratto sociale' alla Rousseau tra PD+LeU/M5S può e deve fronteggiare l'attuale tsunami finanziario-bancario italiano. Ho pubblicato un articolo di Sole 24 ore sulle recenti imposizioni di Gradi a Visco. Povero Visco, voi giudici lo condannerete peggio di Fazio per tutta una serie di omessi rapporti (dico rapporto e non segnalazione) 'senza indugio'. Il teatrino della politica che per il momento si recita in fondo mi diverte. Calogero Taverna
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Lillo Taverna Adesso  ·  Scrive Eugenio Napoleone Messana, in un suo grosso testo su Racalmuto, a pag. 175: I Grillo risultano di tre gruppi:Grillo Borghese, Grillo Zigoli, civili anche nel passato, ed i Grillo Conciatori. Ma se passiamo all'elenco dei sindaci e podestà del paese, ecco lo stesso autore annoverare i Grillo Alessi. Mi coglie di sorpresa, mentre me ne sto in aeroporto, il mio caro e solerte amico Totò Picone chiedendomi notizie su don Illuminato Grillo, forse quello dell'arco di Don Il luminato. Un tempo mi aveva chiesto analoghi riferimenti l'altro mio grandissimo amico il compianto prof. Giuggiu Di Falco. Anche allora finii a mal partito. Impreparato, ma proprio impreparato. Una occasione quindi per riparare alle mie lacune. Mi viene in soccorso l'intero archivio parrocchiale microfilmato. Lì vi trovo questo atto di morte per tanti versi illuminante su questo non ignoto galantuomo ottocentesco della rombante Racalmuto sol
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lunedì 1 luglio 2013 Voti e progetto un colpo perfetto - Rifare la fontana. Francamente mi volevo evitare questo ulteriore cimento ostile contro certi censori locali che si stanno mettendo di nuovo di buzzo buono per mettere le mani sulla fontana della Piazzetta di Racalmuto. Erano già riusciti a promuovere una crociata contro quella che io considero la locale e caratterizzante fontana di trevi di Racalmuto. Sono stati battuti in toto. Ma non ci vogliono stare. Che importa se la volontà popolare quella quarantaduenne fontana vuole e la vuole così. Deve essere distrutta. Perché? perché è brutta dicono loro. Ma se a noi piace? Io che davanti a quella fontana m'arricriu per quella frescura così eccezionale nel torrido dell'estate, quannu vaiu a la putia di ma pà' (un tempo) o di ma frati (ora), contesto codesti contestatori. Vi sono degli ignoranti che dicono che bisogna tornare alla vecchia piazzetta di Ernesto Di Naro. S
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martedì 5 marzo 2013 Mia vecchia cara Racalmuto, senza devianti infingimenti letterari -Sei nata bella perché ti vogliono falsare? Ecco come ricostruirei io Racalmuto sotto la Barona, in quello splendido scenario, attorno all'anfiteatro naturale fulcro della futura rievocazione storica e teatrale della veridica nostra cittadina, cacciati via al più presto codesti pretoriani di una ormai Ministra in Gonnella, fatta evaporare da un movimento che prima asordante con frinnico stridore oggi non può più esimersi di essere il nuovo che avanza, migliore e radioso. Sotto la fondazione i dirupi fermati per le apriche abitazioni degli uomini che hanno fatto grande Racalmuto da quel paio di centinaia di casupole "copertae palearum" che inventariò nel XIV secolo l'arcidiacono Du Mazel, incaricato dal papa di ritorno a Roma dopo l'avventura di Avignone, per una tassazione  volta ad un perdono ecclesiale con ricatto di ottenere da Dio la salvezza dalla esizia